
Aglaja Ivànovna
Strani fili collegano nomi alle cose, cose ai ricordi e al labirinto delle significazioni, dalle quali tornare ai nomi. Da un nome sono giunto a questo passo dell’Idiota di Dostoevskij, ripescato dentro la mia memoria quasi intatto. Esistono, nella vita e nell’arte, misteriosi segnavìa, che troppo spesso scambiamo per manifestazioni della nostra volontà.
– Non canzonate, care, egli forse è più accorto di tutte voi tre assieme. Vedrete. Ma perché, principe, non avete detto nulla di Aglaja? Aglaja aspetta, e io pure.
– Ora non posso dir nulla; lo dirò poi.
– Perché? Mi sembra che si faccia notare.
– Oh, sì, si fa notare. Voi Aglaja Ivànovna, siete una bellezza straordinaria. Siete così bella, che si ha paura di guardarvi.
– E nient’altro? E le caratteristiche? – Insisté la generalessa.
– La bellezza è difficile giudicarla; io non ci sono ancora preparato. La bellezza è un enigma.
(La foto è di un maestro dell’enigma, Carlo Mollino)