Francesco Maria Colombo

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Sole mare spaghetti ammore - Francesco Maria Colombo
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Sole mare spaghetti ammore

Mentre gli oi polloi sono al Festival di Torino, e guardano niente meno che Sully di Clint Eastwood, FMC, che invece è mestamente solo in casa a Milano e sorseggia il suo latte, rhum e miele per sconfiggere un epico raffreddore, si consola come può.

Ho dunque tirato fuori un film che non avevo mai visto, It Startled in Naples (1960) (non ho nemmeno visto tutti i film di Tati, le mie lacune hanno ragione dei miei titoli), con il vecchio Clark Gable in uno degli ultimi ruoli (ed è abbastanza disastroso, fa il classico common man di Philadelphia arrivato a Capri), De Sica come leguleio, e Sophia Loren allo zenith dello splendore (e la macchietta strepitosa del grande Giovanni Filidoro come assistente del leguleio). Chi si immagini mandolini, processioni, tamurriate, coppie che fanno all’ammore al chiaro di luna, grott’azzurra, spaghetti sole mare, c’è qualcosa che ancora gli sfugge. La couleur locale c’è tutta, ma triplicata nel fasto glorioso del technicolor di quegli anni. E’ un film così dimostrativo, così prevedibile, così pieno di luoghi comuni da riuscire delizioso non tanto per i propri meriti, ma perché coglie la gioia di vivere con una freschezza così ingenua da suscitare commozione e malinconia. Pensare che quelle persone, la maggior parte delle quali oggi non ci sono più, abbiano davvero sentito il vento penetrare nelle camicie e gonfiarle, sul motoscafo davanti ai faraglioni, a me fa pensare non al cinema ma all’inesplicabilità della vita stessa, all’immutabilità nel tempo delle emozioni più banali ma che ci tengono vivi.

Poi ci sono le piccole cose che mi prendono: per esempio scoprire che le pensioni (la «Bel Mare») sulla piazzetta erano arredate, 57 anni fa, con gran gusto e colori meravigliosi; e che il servizio al tavolo era molto più curato di quanto non avvenga nei cinque stelle di oggi. Si mangiava meno bene, questo sì: e di molto.

Ma soprattutto, per me è stato come scoprire da zero quale attrice pazzesca sia Sophia Loren, quali e quante infinitesime sfumature, dall’ironia al dolore alla leggerezza, ci siano in ogni suo gesto, in ogni suo sguardo. Di una creatura nata a tavolino fa invece una ragazza autentica, palpitante, sospesa tra lo scintillio della bellezza e la nostalgia, la responsabilità inquieta, l’incerto domani. E come recita in americano, e come balla, e come è spiritosa. In Italia non ne sono nate più, di così.