Actio in distans
Crediamo, per aver sofferto e provato la mancanza di chi amiamo, di conoscere il dolore. E invece è il dolore che conosce noi, sempre più a fondo: che scende per mille canali nelle nostre cavità inconosciute, che vi si frastaglia in unʼarborescenza mirabile e spietata, che ridefinisce la morfologia della nostra identità e la illumina del proprio fosforo notturno. Non esiste il “dolore cieco”: il dolore ha lo sguardo cristallino. Ci fissa dove non siamo mai giunti, scinde le vanità dallʼultima nostra solitudine, ci colpisce e ci chiama, con le proprie irresistibili lusinghe, alla verità e alla morte: delle quali è annunciatore e veggente.