
Camere d’albergo
Io ho spesso vissuto in camere d’albergo, fin da ragazzo. Sono stato in quasi tutti i Leading Hotels of the World e in alberghi incredibilmente poveri di una Cina e di un’India rurale (vent’anni anni fa) dove lo sciacquone era un lusso, e i lussi non erano ammessi. L’hotel più paradossale nei miei ricordi era in cima a una montagna cinese, dove arrivavano solo i più matti (leggi: i più fessi) appassionati di archeologia. Era stato appena aperto. L’avevano chiamato Hotel Friendship, e questo nome campeggiava sorridente sullo striscione all’ingresso. Ma dentro, per un tragico errore, tutti gli altri documenti, brochures, il menu del ristorante, persino la chiave magnetica della stanza, portavano il nome dell’Hotel Friendshit, moltiplicato in migliaia di esempi. Eri circondato dal Friendshit, vivevi nel Friendshit, ti salutavano sorridendo con “Allivedelci al Fliendshit”…
Quanti ricordi… Ma non c’entra niente con il tema di questo post, che è: le camere d’albergo sono il ricettacolo agli amanti, persino quando sono distanti. In una camera d’albergo, persino in due diverse camere d’albergo, via dalla vita normale, essi sono stretti da quella complicità che c’è solo fra gli amanti.
(La foto è, ovviamente, di Helmut Newton)