Indignazione
Allora: Sanremo (di cui stasera mi sono dovuto sorbire 10 minuti sul televisore di un taxi preso al volo: e il cafone non volle spengere nemmeno su richiesta. Vomitargli in macchina la prossima volta!) fa schifo a prescindere. E questo l’abbiamo già detto. In più…
Questo fatto di invitare una bellona pagandola centinaia di migliaia di euro è come dire a chi è povero (ieri ho visitato il Banco Alimentare della Lombardia, che distribuisce pasti ai poveri: 255.000 sono i poveri a Milano), a chi fa fatica, a chi lavora non per i lustrini ma per dar da mangiare ai figli; questo fatto, dunque, è come dirgli: affoga, stai sempre più in basso, guardati la gnocca che non vedrai mai se non sul “piccolo schermo”, coltiva le tue illusioni da perdente, dimentica gli affanni ora lenìti dagli occhi azzurri della modella: perché per te non c’è riscatto, non c’è chance possibile, non c’è realtà che non sia schifosa. E noi (i Fazio con il loro corteuccio di direttori d’orchestra per salvarsi la coscienza: “Vengan denari: al resto son qua io”, quelli cólti sempre up-to-date e dalla parte giusta), noi siamo qui apposta, a incantarti come un serpente perché non ti venga in mente di rialzare la testa.
Non c’è disprezzo per i lavoratori, per gli indigenti, per quelli che non ce la fanno, più forte di quello sfoggiato col far vedere le gambe della “top model”: operaio, china la testa, riempiti gli occhi perché domani il Festival finisce. Fai il bravo e non dire niente che la tua dose di figa te l’abbiamo data.
Ma dov’è finito il Partito Comunista? Dov’è la rivendicazione della giustizia? Dov’è la sacrosanta lotta di classe? Tutti rincoglioniti davanti al sorriso, agli spacchi, ai lamé?