Francesco Maria Colombo

Direct e-mail
fmcolombo@fastwebnet.it

Music contacts
Filippo Anselmi
Piper Anselmi Artists Management
777 Westchester Avenue
White Plains, NY 10604
Telephone: 212-531-1514
www.piperanselmi.com

Photo contacts
Elbie Lebrecht
Lebrecht Music & Arts
3 Bolton Road
London
NW8 0RJ
020 7625 5341
USA toll-free 1-866-833-1793
pictures@lebrecht.co.uk

Homepage photo credits
Photo: © Elio Di Pace
Blog: © Miriam De Nicolò
Music: © Oskar Cecere

Wordpress customized by Venti caratteruzzi

Archives

50 - Francesco Maria Colombo
7664
post-template-default,single,single-post,postid-7664,single-format-standard,qode-core-1.0.1,ajax_fade,page_not_loaded,,capri-ver-1.5, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,side_menu_slide_with_content,width_270,grid_1300,blog_installed,wpb-js-composer js-comp-ver-4.12,vc_responsive

50

50

Càpita un solo giorno nella vita di compiere 50 anni, e a me càpita oggi. Qualche anno fa poteva essere una meta temuta, ora è invece la chiarezza che la vita non è mai stata così bella, così ricca, così complessa ma anche così pacificata. In sintesi, avere 50 anni per me vuol dire aver incominciato a vedere le cose come sono, come funzionano, a capire cosa davvero conta e cosa non conta nulla. A districare la matassa, a lavorare di setaccio (ma è un setaccio che funziona da solo, senza sforzo) eliminando le scorie e conservando le verità. E questo è il punto 1. Il punto 2 è che, insieme con tutto ciò, avere 50 anni vuol dire essere ancora in grado di fare tutte le cose belle, piacevoli e divertenti che la vita mi offre, senza alcuna limitazione. Le limitazioni potranno venire in futuro, come a tutti succede: ma oggi non riesco a trovarne una sola. Mi diverto più di quanto mai mi sia divertito: e con meno nevrosi, con meno ansia. Questa mattina al risveglio c’erano poche nuvole bianche nel cielo azzurro, modellate come scie spiraliformi da un pennello capace di regolare e variare la pressione. Eh bien, era un piccolo miracolo e l’ho fotografato. E per me la vita è tutta così oggi: un piccolo e un grande miracolo. Lo so bene perché a 10 anni e a 20 anni stavo come un cane, e a 30 anni stavo malissimo (ed era già un miglioramento!) e so cos’è la sofferenza e la malattia. A 40 stavo molto meglio e a 50 sto bene come non mai.

Di tutto l’anno trascorso, il 2014, ricordo un giorno speciale. Era in settembre ed ero in Canada per una produzione musicale. Una domenica ho fatto un lunghissimo giro a piedi, da solo, e mi sono ritrovato in cima al Mont-Royal di Montréal, dove c’è l’Oratoire Saint-Joseph: era una delle ultime giornate di dolcissimo autunno, con le foglie rosseggianti, prima del gelo. C’era qualche turista, una serie di coppie che si erano sposate e posavano per la fotografia di rito, un’aria animata, fresca, azzurra. Dentro di me i pensieri, che sono sempre turbinanti fino a non poterne più, si sono in quel momento distesi in un’evidenza assoluta, scevra di dubbi e colma di pace. L’evidenza che la bellezza e l’irrisolvibile mistero della vita sono infinitamente più grandi dell’io, della mia modestissima vita individuale, delle necessità legate a me come individuo. Io, che ho sempre vissuto nella necessità di primeggiare e di sedurre, e che con il narcisismo ho un lungo commercio, mi sono sentito in quel momento totalmente libero dall’io, al punto che la mia vita individuale, raggiunta questa pace e questa compiutezza qualitativa, non ha nemmeno più bisogno di perpetuarsi, di ripetersi, di perdurare quantitativamente: tutto quello che c’è in più, nel tempo, per me stesso, è solo un dono.

E ho pensato a come si consideri difficile arrivare a questa consapevolezza. Ho pensato a quanto io mi sia sempre sentito incompatibile con cammini iniziatici, saggezza orientale, tutte le discipline che insegnano come arrivare alla pace attraverso un lungo cammino. All’opposto, ho sempre vissuto cercando di accumulare piaceri e di soddisfare le vanità dell’io: e sono felicissimo di averlo fatto. E a un tratto, senza la minima fatica, mi si è aperta davanti e mi ha abbracciato questa evidenza assoluta, e mi ha fatto pensare a quanto sciocco io sia sempre stato a voler premiare me stesso, a quanto banali e risibili siano stati i traguardi a cui ho dato caccia; e a quanto l’evidenza di cui parlo non ha nome, non c’entra per nulla con la metafisica (io non ho il minimo pensiero metafisico, non solo non ne sono capace ma è un argomento senza il minimo interesse per me). E’ solo capire come questo grande flusso, che non finisce di incantarmi, sia più grande di me, e soprattutto più interessante di me; ed è lasciarmi invadere da una grande e sorridente pace.

Così mi è accaduto. Anche per questo l’anno trascorso è stato il più bello della mia vita.

(La foto l’ha scattata, l’altro ieri, il mio amico Elio Di Pace)